“Vedermi esposta nei grandi musei internazionali, mi ha dato il coraggio
di essere proprio quella che sono, al di là delle regole di un moralismo spicciolo. Il continuo confronto con la mia immagine mi ha fatto capire che potevo osare. Credo che la rispettabilità significhi stare in pace con se stessi e non dare peso ai giudizi degli altri.Non sottostare alle regole di un moralismo imperante.”
Ci sono molte fotografie di Marta possibili e molte Marta che sono state impossibili da fotografare.
Troppe immagini ci portano a ricordare il passato in modo fisso, bloccando altri ricordi. Questi ricordi appartengono al tempo e come il tempo sfuggono, gravitano, si moltiplicano in continuazione. La memoria non è un registratore fedele della realtà e dell’identità, ma è una sua interpretazione sempre in evoluzione, sottoposta a trasformazioni continue.
Lo scopo è stato quindi quello di creare una fotografia unica che contenesse queste mutevolezze, che esplorasse il rapporto tra il visibile e l’invisibile. Fuori dagli schemi.
La stampa ha offerto la possibilità di creare effetti magicamente surreali, raccontando storie a più livelli, senza un inizio specifico o una fine definita. Sovrapposte o in trasparenza. Storie che possono essere raccolte, sfogliate, catalogate, mescolate e archiviate in un guardaroba che racconta.
Trattamenti Mixed Media per pensieri schizofrenici.
Elementi di culture ed epoche lontane giustapposti e filtrati in maniera irriverente e magistralmente programmatica.
La sovrabbondanza di immagini che si accumulano nella mente
si mescolano e confondono.
Il risultato è spiazzante e altamente visionario.
“La mia casa era piacevole ed io ricevevo molta gente e allora organizzavo a casa mia la cena del dopoMostra. Nasce così il salotto di Marta Marzotto, con questo tipo di eventi, di incontri.”
La casa, quella di Marta, il tripudio del decoro: epoche, stili, luoghi esotici. I riferimenti si affastellano uno sopra l’altro come tappeti, arazzi, tendaggi, souvenir.
Puro istinto.
Ci sono persone che sono come luoghi. E luoghi come persone. Di cui abbiamo appreso le sembianze. Che ci portiamo ovunque. A cui sentiamo di appartenere. Forse perchè lontani nella memoria, rimangono ammantati da tenerezza. C’è un sedimento un pò oscuro, A cui non ci si può sottrarre.
Le stampe indagano anche questo lato oscuro, ma i trattamenti digitali aprono varchi di luce. Una nuova vita.
“capitava che se le si faceva notare quanto bello fosse
un gioiello che indossava, poteva semplicemente sfilarselo e regalartelo”
Uno svuota tasche. Una mirabolante wunderkammer di bijou ispira questa storia che interpreta il costante interesse verso il tema animalier.
Il trattamento digitale restituisce effetti camouflage, ibridi e raffinati. marmorizzati e liquidi. Interventi artistici manuali, macro scaled, radiografie e filtri fotografici mono cromo in sovrapposizione.
Perché – come amava dire di sé
– non aveva età. O forse perché
ha attraversato la vita con quella leggerezza, spesso scambiata per superficialità, che le è costata infinite critiche. Ma il suo tratto distintivo era l’allegria.
C’è una “ragazza imprecisabile”. Non quella raccontata dalla sovrabbondanza di immagini o interviste o (de)libere interpretazioni. Piuttosto, marta. Donna, figlia, madre, moglie, nonna, amante, amica.
Che più che di abiti in turbinio e gioielli e ventagli e salotti racconta di un’attitudine: spontanea e teatrale, umile e flambojant, sintetica e complessa, luminosa e umbratile, al posto giusto e fuori luogo, qui e lì, ora e poi. In pace con la sua immagine, al netto delle critiche e perciò a suo agio anche nella “messa in scena” .
Catalizzante. Carismatica. Tenera. Inclusiva. Energica.